Riccardo Meggiorini minimizza. «Ho fatto solo quello che avrebbe fatto chiunque si fosse trovato in una situazione simile». E invece non è da tutti scendere per strada alle due e mezzo di notte richiamati dalle grida di una ragazza, correre in suo soccorso e bloccare l’aggressore in attesa che arrivino le forze dell’ordine. «Sono arrivato di corsa in fondo alla via e gli ho dato una spallata, anche perché a dare i pugni non sono capace. Quindi l’ho immobilizzato e ho temporeggiato aspettando che arrivassero i carabinieri».
L’aggressione
L’attaccante del Chievo l’altra notte era a casa sua, in centro a Verona, con la fidanzata. Dalla finestra aperta ha sentito le urla di una ragazza. Si è affacciato, ha visto la giovane che cercava di divincolarsi da un uomo. Meggiorini non ci ha pensato due volte. Ha chiesto alla compagna di chiamare i carabinieri e si è precipitato per strada. «Ho visto questo ragazzo, credo un po’ alticcio, che la teneva mentre lei provava a fuggire. Allora gli ho dato una spallata e l’ho immobilizzato. Quando sono arrivati i carabinieri ho raccontato i fatti e sono tornato a casa». Tutto qui, la fa semplice. E infatti aggiunge: «Non mi sento un eroe».
fonte http://www.corriere.it/