Connettiti
Registrati
Aiuto
Vorrei sapere, per curiosità piu che altro, che voto, su scala da 1 a 100, dareste a questo:
Quote
Se, come abbiamo avuto occasione di vedere, la società in Federigo degli Alberighi ricopriva un ruolo marginale, semplice e mero contorno a una vicenda emotiva e pseudo-sentimentale, in Cisti Fornaio, sarà proprio la discrepanza sociale tra i due personaggi a dar via alla loro interazione.
Vorrei soffermarmi, a tal proposito, su uno dei gesti più simbolici attuati da Cisti Fornaio, ovvero la titubanza nell'invitare, nella sua umile bottega, un nobile.
Nella società boccacesca, vi era, appunto, questa sorta di abnegazione dei piu umili, che temevano, persino di incorrere anche solo nello sguardo di un artistocratico, per paura di essere giudicati, e quindi, automaticamente umiliati.
Una società, quindi, che si basava solo sull'apparenza: non esistevano né doti, né virtu, vi era solo il denaro, unico ente capace di disolcare gli uomini in due schiere contrapposte i “ricchi” e, purtroppo, i “poveri.”
Vista così, la situazione pare assolutamente anormale e ridicola, e se proviamo a trasportare una situazione simili ai nostri giorni, il massimo che potremmo ottenere sarà il comprarire di un sadico sorriso sul nostro volto.
Ma davvero pensiamo che la nostra società sia cosi democratica?
E se lo fosse fin troppo?
Pensiamo... se è ingiusto vivere in una società basata sulla paura di chi è piu ricco, è altrettanto giusto vivere in una società in cui non c'è piu rispetto né un minimo di paura verso chi potrebbe tranquillamente decidere della nostra sorte?
Mi rendo conto di quanto possa sembrare contorta e assolutamente insensata, e penso che, a questo punto, un esempio pratico possa far capire meglio.
Un umile impiegato, prima di ribellarsi al suo capoufficio per una minima “angheria” (se tale la si può definire), dovrebbe riflettere più e più volte, e invece cosa preferisce fare?
Cogliere il pretesto, sapendo di avere alle sue spalle un team di avvocati e difensori che potrebbe fare invidia alla piu alta carica politica presente in Italia.
Tutti amiamo riempirci la bocca con la parola democrazia, ma che vuol dire davvero questo termine?
Democrazia: Demos, popolo, Cratos, potere. Potere di tutti. Ma di tutti, sia dei ricchi che dei poveri, sei dei buoni, che poi buoni non sono e sia dei cattivi, che vengono inquadrati come tali solo per qualche auto in più o per qualche villa in più che possono permettersi.
In definitiva, piu che come paragone, la novella di Cisti Fornaio va presa come esempio, un esempio né da imitare né da ignorare. Rapporti umani li si può e li si deve avere con chiunque, ma, ogni tanto, un minimo di reverenza, e un minimo di timore, non guasterebbero, e soprattutto, non dovremmo esasperare i poteri e le possibilità che i nostri avi, un po' di tempo fa, c'hanno concesso, chinando,proprio come ogni tanto bisognerebbe imparare a fare, la testa, dicendo “si signore”, e partendo, senza far ritorno, verso una guerra che non sarebbe mai dovuta essere combattuta per quelli che, senza mezzi termini, non possono esser definiti altro che ingrati.
Vorrei soffermarmi, a tal proposito, su uno dei gesti più simbolici attuati da Cisti Fornaio, ovvero la titubanza nell'invitare, nella sua umile bottega, un nobile.
Nella società boccacesca, vi era, appunto, questa sorta di abnegazione dei piu umili, che temevano, persino di incorrere anche solo nello sguardo di un artistocratico, per paura di essere giudicati, e quindi, automaticamente umiliati.
Una società, quindi, che si basava solo sull'apparenza: non esistevano né doti, né virtu, vi era solo il denaro, unico ente capace di disolcare gli uomini in due schiere contrapposte i “ricchi” e, purtroppo, i “poveri.”
Vista così, la situazione pare assolutamente anormale e ridicola, e se proviamo a trasportare una situazione simili ai nostri giorni, il massimo che potremmo ottenere sarà il comprarire di un sadico sorriso sul nostro volto.
Ma davvero pensiamo che la nostra società sia cosi democratica?
E se lo fosse fin troppo?
Pensiamo... se è ingiusto vivere in una società basata sulla paura di chi è piu ricco, è altrettanto giusto vivere in una società in cui non c'è piu rispetto né un minimo di paura verso chi potrebbe tranquillamente decidere della nostra sorte?
Mi rendo conto di quanto possa sembrare contorta e assolutamente insensata, e penso che, a questo punto, un esempio pratico possa far capire meglio.
Un umile impiegato, prima di ribellarsi al suo capoufficio per una minima “angheria” (se tale la si può definire), dovrebbe riflettere più e più volte, e invece cosa preferisce fare?
Cogliere il pretesto, sapendo di avere alle sue spalle un team di avvocati e difensori che potrebbe fare invidia alla piu alta carica politica presente in Italia.
Tutti amiamo riempirci la bocca con la parola democrazia, ma che vuol dire davvero questo termine?
Democrazia: Demos, popolo, Cratos, potere. Potere di tutti. Ma di tutti, sia dei ricchi che dei poveri, sei dei buoni, che poi buoni non sono e sia dei cattivi, che vengono inquadrati come tali solo per qualche auto in più o per qualche villa in più che possono permettersi.
In definitiva, piu che come paragone, la novella di Cisti Fornaio va presa come esempio, un esempio né da imitare né da ignorare. Rapporti umani li si può e li si deve avere con chiunque, ma, ogni tanto, un minimo di reverenza, e un minimo di timore, non guasterebbero, e soprattutto, non dovremmo esasperare i poteri e le possibilità che i nostri avi, un po' di tempo fa, c'hanno concesso, chinando,proprio come ogni tanto bisognerebbe imparare a fare, la testa, dicendo “si signore”, e partendo, senza far ritorno, verso una guerra che non sarebbe mai dovuta essere combattuta per quelli che, senza mezzi termini, non possono esser definiti altro che ingrati.
Ci sono degli errori di battitura, chiedo venia HAHAHA <3.
Multi-quota
